Nome: A Different Man
Regia: Aaron Schimberg
Anno di uscita: 2024
Cast: Sebastian Stan,
Adam Pearson
e Renate Reinsve
Questa sarà una “recensione” particolare perché sono due giorni che l’ho visto con il nostro Lorenzo Mattia – che presto esordirà con un articolo – e sono due giorni che ci penso su.
Mi perdonerete, dunque, se sarà una sorta di flusso di coscienza.
ATTENZIONE SPOILER!!!!
A Different Man è una pellicola divertente e disturbante che porta a riflettere spettatrici e spettatori su vari temi.
Il protagonista Edward, affetto da neurofibromatosi di tipo 1 – uno straordinario Sebastian Stan, che, per il ruolo, ha vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino 2024 e il Golden Globe 2025 come miglior attore protagonista in una commedia e avrebbe meritato la nomination agli Oscar 2025 più per questo film che per The Apprentice – fa una vita ritirata e cerca di evitare ogni contatto con il mondo.
La neurofibromatosi di tipo 1 è una malattia rara che provoca dei tumori benigni sul viso, deformandolo e non c’è cura, non esiste.
Non nella realtà almeno.
In questo film, invece, Edward ha la possibilità di diventare una “cavia” per un farmaco miracoloso che può cambiargli la vita.
E sembra convincersi quando la nuova vicina, Ingrid ( Renate Reinsve è bravissima), è la prima a voler stringere amicizia con lui, tanto da creare un personaggio di nome Edward per la sua prima pièce teatrale.
Ora perdonatemi se farò un discorso molto personale ma mi chiedo una cosa: è davvero così sbagliato e superficiale sperare di poter guarire da una malattia che limita la propria esistenza in maniera sistematica?
Non so se il talentuoso regista Aaron Schimberg, oltre al meraviglioso Adam Pearson – attore che interpreterà un ruolo chiave, Oswald, nella storia – conosca personalmente molte persone affette da malattie rare.
Qualunque sia la risposta a questa mia domanda provocatoria lo ringrazio dal più profondo del cuore perché il suo A Different Man spinge a porci interrogativi inusuali e spiazzanti.
Dunque – e spero di aver capito male eh – se non accettiamo la nostra condizione siamo deboli, vuoti e superficiali?
Oppure – e oso sperare che sia questo il messaggio – c’è al mondo un sacco di gente crudele che non capisce come ci si sente a star male tutti i santi giorni, a farsi forza e a pregare qualunque Dio di poter stare un pochino meglio?
Edward nel momento della guarigione decide di andarsi a godere la vita: sbaglia? Per me no. Perché credetemi dopo aver visto la morte in faccia la prospettiva cambia enormemente e non avete idea voi sani quanto siate fortunati.
Non avete idea.
Un’altra domanda che mi pongo: tutto quello che vediamo nel film è reale? Non saprei e quindi perdonatemi se proverò a “recensire” il film con altre due prospettive.
La prima: ciò che vediamo è reale. E per me, Oswald ( Adam Pearson è un attore fantastico) non è il santino che in tanti stanno dipingendo.
Prima cosa: perché presentarsi a teatro, sapendo che il ruolo è già stato preso? Edward/Guy lo aveva già preso e non da poco…
Seconda: Perché dire a Guy nell’orecchio: “Debbo farti i complimenti per la tua straordinaria interpretazione”? A cosa si riferiva? E perché alla fine del film lo chiama Edward?
Conosceva Edward prima dell’operazione? E come fa a sapere che Edward e Guy siano la stessa persona? Nemmeno Ingrid lo riconosce. Perché sì Edward, dopo l’operazione, finge di essere morto e cambia nome e identità, arrivando a diventare un agente immobiliare di successo.
Confesso che questa è l’unica cosa che non condivido di Edward. Non avrei cambiato identità. Avrei detto a tutti chi ero, certo magari dopo essere stata trattata bene da chi prima mi trattava come un’appestata.
E li avrei mandati a quel paese.
Dal primo fino all’ultimo, Ingrid compresa perché la signorina, lungi da volersi ispirare davvero a Edward, è forse il personaggio più ambiguo e falso della storia.
Perché se Oswald, come penso, conosceva Edward prima dell’operazione, aveva un motivo per odiarlo – lui è guarito, io no – e portargli via fidanzata e parte. E per me lo odia, non ci sono dubbi.
Ingrid usa tutto e tutti, senza amare veramente nessuno, forse soltanto se stessa ma nemmeno lì ci giurerei.
Anche il suo comportamento iniziale con Edward è falso e ipocrita.
Quando lo vede per la prima volta si spaventa, poi decide di diventargli amica, gli tocca il viso, gli prende la mani e poi scappa.
Quando poi arriva Guy con il suo bellissimo viso, lei gli salta addosso, letteralmente. Era amore? Nemmeno per sogno. Soltanto attrazione fisica, come non era amicizia quella per Edward pre operazione.
L’Edward della pièce cambia, di volta in volta, fino a diventare altro.
Ingrid ama Oswald? No.
Probabilmente Oswald, come Edward, come Guy, serviva a solleticare il proprio gigantesco ego narcisistico.
Dunque se ho capito bene.
Se Oswald si gode la vita e si accetta così com’è, è fantastico, forte, un guerriero – non avete idea quanto odiamo questa parola noi malati – mentre se Edward, dopo che è guarito, si gode la vita, è superficiale per alcuni?
Io spero, di nuovo, che ci riferisca al mondo che li circonda e non ai personaggi.
Se tutto quello che vediamo è reale, fa molto Woody Allen dei primordi con la sua fissa per la psicanalisi e la paura di affrontare il mondo.
Oltre a palesi riferimenti alla storia de La Bella e La Bestia, citata più volta durante la pellicola.
Se invece alcune cose non sono reali beh non riesco a non pensare a Abre Los Ojos – Apri gli Occhi di Alejandro Amenabar – e se avete visto solo l’orripilante remake, Vanilla Sky, siete delle bruttissime persone – e ehm Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick.
Il primo perché se ciò che vediamo non è reale, in parte, allora trattasi di un sogno.
E il secondo per via della maschera, peraltro presente anche nel primo film, che Edward indossa, in un fatale gioco di specchi e di doppi
Lungi da me voler fare paragoni, l’ispirazione si sente eccome e non c’è nulla di male.
Allora… Oswald è reale?
Se lo fosse perché nei titoli di testa c’è scritto: Adam Pearson nei panni di “Oswald”?
Perché le virgolette per il nome di Oswald?
Perché appare proprio quando iniziano i primi problemi tra Ingrid e Guy? O per meglio dire Ingrid rivela la sua natura parecchio morbosa? Perché voi come considerereste una donna che sta a letto con un bellissimo ragazzo e gli chiede di mettersi la maschera con i segni della malattia che il ragazzo usa a teatro per interpretare se stesso?
Tra l’altro è proprio lì – mannaggia – che abbiamo il nudo frontale di Sebastian Stan, che merita eh però avrei preferito vedere anche il suo bel faccino.
Conoscendo la timidezza di Stan, lui sarà stato felicissimo di metterla.
E quella maschera anche nell’intimità, battute sciocche a parte, dimostra non poco anche le insicurezze recondite di Edward/Guy.
Oswald appare prima a teatro, poi al bar dove Guy con i colleghi amici e lentamente gli porta via tutto.
Ingrid non vuole più vedere Guy ma quando questi va fuori di testa, aggredendo Oswald in teatro, lo ospita persino a casa per aiutarlo nella riabilitazione – si è rotto tutti gli arti -, arrivando a imboccarlo.
E proprio a casa di Ingrid, Guy aggredisce il fisioterapista, con un coltello, perché ha offeso Oswald.
Il fisioterapista ha usato parole orribili eh ma la reazione di Guy è esagerata.
Sarebbe bastato un calcio nelle parti basse.
Una risposta non ce l’ho io. Né voglio darla.
Questo film ti entra dentro e inizia a obbligarti a farti delle domande esistenziali a cui mai avevi pensato prima.
Horror? Commedia? Film d’impegno?
Forse tutte e tre le cose.
E merita la visione.
Per riflettere su un mondo che non sa vedere le persone e troppo spesso le usa, malate o sane che siano.
Andate a vederlo al cinema
